VIAGGIO DEL 18/22 APRILE 2023
Le Marche. Arte e natura delle Valli del Chienti e dell’Esino
Il mare resta alle spalle. Davanti, una distesa di colline, mentre in lontananza si indovinano le sagome dei monti.
Il paesaggio è un gioco tra le acque limpide di numerosi fiumi, tra i campi color ocra solcati dagli aratri e gli agglomerati di pietra e mattoni: villaggi, castelli, piccoli centri, a contornare strade, a seguire placidi i profili dei rilievi.
Questa terra, madre e matrigna insieme, baciata da un sole non invadente, chiusa tra le valli del Chienti e dell’Esino, è ricca di piccoli miracoli d’arte e di racconti che si intrecciano con la grande storia.
Jesi, culla dello Stupor Mundi che qui nacque davanti al naso di un popolo diffidente, risplende di una delle più belle opere del Lotto, profugo da Venezia; Fabriano, industre e creativa città, è nota per l’oro bianco delle sue gualchiere; San Severino Marche protegge invece le sue dolcissime Madonne in un museo nato dalla distruzione.
Tutto intorno, la devozione ha seminato questa ricca landa di luoghi di preghiera, come l’Abbazia di Santa Croce, di pura essenza romanica, la sorella San Vittore alle Chiuse, un po’ normanna, un po’ orientale, e Fonte Avellana, sperduto eremo camaldolese.
Verso sud, Tolentino, guelfa per forza, si ricrea negli affreschi di San Nicola; verso nord, Arcevia incanta con il battesimo del Signorelli mentre non lontano dalla Flaminia, a Pergola, due cavalieri dorati e due donne attendono che gli venga dato un nome.
Meraviglia per meraviglia, ecco Frasassi con le sue Grotte, puro spettacolo della natura, ventre stupefacente di una madre superba, ed ecco Urbino, caput mundi per una manciata d’anni, quelli di un duca che amava il bello, Dante e la pittura.
Quelli della luce miracolosa di Piero, scesa dai cieli azzurri di qui e qui intrappolata per sempre.
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