Ad occidente il mare. Verso oriente valli e colline, a perdita d’occhio.
Da una parte le acque salse del Tirreno, dall’altra quelle dolci e sulfuree di fiumi e sorgenti.
In mezzo, un territorio vasto, abitato da millenni, disegnato dall’uomo e dall’uomo chiamato maretma, terra sulla riva del mare.
I primi furono loro, le genti Rasenna, straordinaria civiltà, popolo tra i popoli prima di Romolo e Remo, prima di Roma.
L’impianto delle loro città, città dei vivi e città dei morti, scavate nel tufo come a Sovana o protette da mura ciclopiche come a Roselle, si legge ancora tra i segni, forti, di coloro che sono sopravvenuti. La floridezza dei loro traffici è rivelata dalle suppellettili antiche, custodite nelle sale dei musei, come a Grosseto. Il segno del loro passaggio in questa terra lambita dal mare è impresso sulle rocce del promontorio di Ansedonia, sulla costa di Talamone, l’etrusca Tlamun, e a Orbetello, importante scalo marittimo, sfruttato da Roma che non lontano fondò Cosa, splendida colonia dalle alterne fortune.
In seguito, la storia e la fama hanno tralasciato queste terre, che dal tempo sono state forgiate dalla roccia e dal tufo nelle forme di borghi arroccati su burroni e colline.
Ecco Sorano, alta sulla rupe a dominare il fiume Lente, amata dagli Orsini che ebbero prima Pitigliano, aggrappata sullo strapiombo, circondata da cave e grotte, legata alle genti sefardite venute d’Occidente.
C’è poi Montepescali, superba per posizione, affacciata su di un paesaggio senza confini, umile per le sue Madonne, uscite dal pennello della scuola senese e Massa Marittima, che di Duccio si bea e che di questa terra porta ancora il nome antico.
Richiedeteci il programma!