A nord dell’Ebro e a sud dell’oceano, la terra basca, incuneata tra Cantabria e Aquitania, tra Castiglia e Navarra, è mossa da rilievi e valli e brevi fiumi che rapidi scivolano nel mare. Il suo profilo è frastagliato e duro, fatto di forti chiaroscuri, scaturiti da lame di luce taglienti alternate alle ombre di un cielo spesso inquieto.
Ma tutto sublima il verde che ricopre le dorsali dei monti, gli argini dei fiumi, i fianchi delle strette insenature costiere.
Villaggi, borghi e città popolano questo paesaggio sospeso tra la devozione e la contemporaneità, tra volute barocche di pietre dorate e lucidi riflessi di argentei metalli.
Così, in un dialogo serrato tra passato e presente, ecco Loyola, patria di Ignazio, il suo santuario è pura architettura dell’enfasi e del tripudio, e Zumaia, la cui casa museo racchiude i sogni di un appassionato collezionista e opere del secolo scorso; Miraflores, splendida certosa amata dai re, ornata di un’arca superba intagliata nell’alabastro, e San Sebastian, elegante nel suo centro fin de siècle, i suoi palazzi tutti in fila guardano al mare dalle sculture di Chillida.
Quel mare che spezzetta la costa e la scolpisce, creando capolavori come a San Juan de Gaztelugatxe e Lekeitio, e che si insinua all’interno fino ad incontrare fiumi dagli argini verdissimi e popolosi.
Qui sorge Bilbao, figlia del signore di Biscaglia, florido porto, ricca in passato per le sue miniere, oggi celebre per uno di suoi musei, capriccio di titanio e luce. Fuori da queste terre, ma ad esse collegata dalla storia e dalla fortuna, Burgos, patria del Cid, spettacolo del puro gotico spagnolo, dove la bellezza gareggia con sé stessa e con la natura intorno, vincendo.