La mostra Rodin e la danza è aperta al MUDEC, fino al 10 marzo 2024.
È logico indicare Rodin come un padre della scultura moderna. Per primo e nel modo più incisivo, ha saputo rompere con le convenzioni e rappresentare l’umanità del Novecento, con le sue complessità e incertezze. Le ha rese visibili nelle fratture della sua materia, nel suo modellato sfaldato, nelle sue superfici scivolose.
Un aspetto meno appariscente, ma in realtà rilevante, della sua ricerca sulle forme e sul movimento è stato il suo interesse per la danza. Rodin guarda, ammira, perfino insegue i ballerini e, anche dai loro corpi, apprende l’energia instabile del suo tempo.
La danza stessa, negli anni in cui Rodin sperimenta in scultura, muta forma ed espande i suoi confini. Le ballerine dell’Opera e dei Café Chantant che tanto piacevano agli Impressionisti, vengono affiancate da danzatrici nuove, o addirittura esotiche.
Rodin conosceva personalmente Loïe Fuller e frequentava Isadora Duncan, con la quale condivideva l’interesse per le danze antiche. Aveva assistito alla performance di Sada Yacco, la geisha arrivata dal Giappone, ed era diventato amico di Hanako, che ritrae nelle pose del kabuki.
Nel 1906 si innamora fatalmente dei ballerini Khmer arrivati dalla Cambogia: tanto ne è ammaliato, che li segue fino a Marsiglia fissando i loro movimenti in più di 150 disegni.
Questa fascinazione per la danza è lo spunto per molte sperimentazioni, che la mostra Rodin e la danza raccoglie e illustra, tra queste, la bella serie intitolata Mouvements de danse, mai condivisa con il pubblico quando Rodin era in vita.
Le date delle visite guidate di Acànto alla mostra Rodin e la danza sono sul sito.