Art Déco. Il trionfo della modernità è la nuova mostra aperta a Palazzo Reale, dal 27 febbraio al 29 giugno 2025.
Il mondo dell’Art Déco è pieno di glamour ed eleganza, eppure è solo raramente oggetto di attenzione nel mondo espositivo. Rimedia questa mostra che dirige lo sguardo soprattutto sull’esperienza italiana dello stile, avvalendosi di molti prestiti interessanti, anche internazionali. E, se definire l’Art Déco ‘il trionfo della modernità’ è certamente sensato, non si può non aggiungere che si tratta anche di un vero e proprio tuffo nello charme, vista la ricercatezza che caratterizza ogni sua espressione. Ricercatezza, ma anche lusso, libertà, leggerezza, linea… pare che comincino tutte con la ‘elle’ le parole dell’Art Déco!
La leggerezza è quella, forse più effimera che reale, che si respira con la fine della prima guerra. È quella del charleston e della musica jazz e della ritrovata voglia di vivere.
La libertà è nelle gonne che si accorciano, nelle serate nei club e nelle lotte delle suffragette. È nelle automobili sempre più belle, e un po’ meno inaccessibili, nei treni e nelle navi più veloci che accorciano le distanze.
Il lusso è la ripresa economica, le nuove fortune, il progresso tecnologico.
La linea è quella che, da flessuosa e asimmetrica, come nell’Art Nouveau, si fa ora geometrica, come negli ingranaggi delle catene di montaggio e aerodinamica, per assecondare la nuova velocità del mondo.
A rivelare quanto tutto sia cambiato rispetto al decennio precedente, devastato dall’orrore della guerra, è una expo: l’Esposizione Internazionale di arti Decorative e Industriali moderne, che apre a Parigi nel 1925. Cento anni fa, esattamente.
Ed è proprio questo anniversario la ragione della mostra.
L’art Déco, o Stile 1925, è moderna anche nel senso dell’internazionalità. È presente in Europa quanto in America, e assume declinazioni diverse in ogni Paese.
In Francia sono gli Années Folles delle Folies Bergerè e dei capelli alla ‘garçonne’
La Germania vive l’esperienza della Repubblica di Weimar.
Le strade londinesi sono popolate dai Bright Young Things.
L’America ha l’industria dell’automobile e la guglia in acciaio inossidabile del Chrysler Building.
E l’Italia? L’Italia non è da meno e schiera i suoi talenti: Gio Ponti è il direttore creativo della Richard Ginori, Alfredo Ravasco disegna i centrotavola dei ricchi milanesi. Vittorio Zecchin reinventa i vetri di Murano. Alberto Martini disegna nuove silhouette. E le Biennali di Monza, niente meno, preparano la strada alla nascita del design italiano!
Le date delle visite guidate di Acànto alla mostra Art Déco. Il trionfo della modernità, sono in calendario!