Escursione in Val d’Ossola, nella piana del fiume Toce, seguendo l’antichissima strada che da Milano portava al lago Maggiore e oltre, verso il valico del Sempione.
Qui sorge Domodossola, citata da geografi greci e cronisti latini, antica capitale dei Leponzi (letteralmente “quelli lasciati indietro”… da Ercole mentre attraversava le Alpi!), che conserva ancora l’impronta medioevale. Viuzze tortuose, piccole piazze, torri e ruderi delle mura quattrocentesche regalano del centro un aspetto caratteristico, che molto colpì Théophile Gautier nel suo viaggio in Italia.
A un passo dall’anno Mille, le fu concesso di tenere un mercato, per secoli anima della città e ancora oggi polo attrattivo per numerosi valligiani. Già munita di un castello, ampliato dai Visconti quando signoreggiavano tutte le terre lombarde, gli Sforza la ridotarono della Collegiata.
Qui si conserva la tela dedicata a San Carlo di Tanzio da Varallo, pittore del Seicento affascinato da Caravaggio ma figlio della cultura controriformata lombarda, ammirato da Longhi e da Giovanni Testori.
Molti bei palazzi (Mellerio, Silva, di Città) raccontano la storia più recente di Domo e uno in particolare, sorto al posto di una chiesa dedicata a San Francesco e oggi museo, conserva ancora affreschi del XV secolo.
Risalendo la Valle, tra l’Alpe Devero e l’imbocco della Val Formazza, ecco Baceno, piccolo borgo fatto di pietre e ardesia. La sua chiesa, scavata in parte nella roccia, è popolata da un esercito di Sante e Santi, dipinti su muri, colonne e sottarchi, che dalle volte occhieggiano severi i fedeli dal XIV secolo.
L’escursione in Val d’Ossola termina scendendo insieme al Toce sino al bacino lacuale del Verbano.