Tour di Milano a Piedi: la città che sale

Tour di Milano a Piedi: la città che sale

Milano col naso all'insù

Giugno 18, 2021

Tra i tanti tour di Milano a piedi che ci viene in mente di suggerirvi, ne proponiamo uno che vi costringerà a guardare tutto il tempo all’insù! Lo spunto ce lo dà un celebrato dipinto di Umberto Boccioni, intitolato La città che sale che oggi è esposto al MoMA di New York. Per Boccioni, che nel 1910 osservava la città di Milano trasformarsi e crescere davanti ai suoi occhi (dal punto di osservazione privilegiato offerto dal suo balcone) il punto era rappresentare il lavoro che plasma la città del futuro. Per noi invece, è la consapevolezza che questa città del futuro è diventata sempre più… alta!

U. Boccioni, La città che sale, 1910-11 MoMA, NY

La città che sale che vi invitiamo a visitare è quella dei grattacieli milanesi, ma attenzione: non gli ultimi arrivati, bensì quelli che hanno dato il via all’ascesa dell’architettura meneghina! Sarà una camminata nella storia dei grattacieli e, lo ammettiamo subito… dovreste essere dei camminatori irriducibili per poter completare il percorso fino all’ultima tappa! Non vogliamo sfiancarvi, ma presentarvi i protagonisti della nostra storia, in ordine di apparizione. Sceglierete voi come dosare le forze, il tempo e le distanze geografiche.
Partiamo!

1923 – I Grattacieli gemelli di Piazza Piemonte: l’inizio dell’architettura verticale a Milano

Il nostro tour di Milano a piedi con il naso all’insù, comincerà idealmente da Piazza Piemonte, dove i grattacieli sono addirittura due, entrambi nati nel 1923, dal talento dell’architetto Mario Borgato. Non li chiamereste ‘grattacieli’? Forse avete ragione, raggiungono appena i 38 metri di altezza… non proprio un record, ammettiamolo. Eppure, quando appaiono per primi in una piazza che, allora, era poco più che un’idea, la loro mole impressionava e per costruirli era stata necessaria perfino una generosa deroga al regolamento edilizio, che prevedeva un massimo di 28 metri.
Non giudichiamoli con durezza, anche il primo storico grattacielo americano, il mitico Home Insurance Building di Chicago, nato nel 1885 e tradizionalmente inteso come il primo grattacielo al mondo, misurava ‘solo’ 42 metri!

Che dire, quel che manca in altezza, è compensato dallo stile: belli ed eleganti, i due ‘gemelli di Piazza Piemonte’ -che proprio gemelli non sono- con il loro appeal europeo e le loro linee Deco, hanno saputo determinare il tono di un intero quartiere.

I “Grattacieli Gemelli” di Mario Barbato sono in Piazza Piemonte

I Grattacieli di Piazza Piemonte, Arch. Mario Borgato, 1923
Uno dei Grattacieli di Piazza Piemonte, Arch. Mario Borgato, 1923

1931-35 – Casa Torre Rasini: come si chiamano i grattacieli a Milano?

La seconda tappa del nostro tour ci porta ai Bastioni di Porta Venezia: qui sorge l’edificio per abitazioni che Gio Ponti ed Emilio Lancia disegnano per i fratelli Rasini nel 1931. Sono passati pochi anni, ma la Casa-torre Rasini non assomiglia già più ai grattacieli di Borgato: è più asciutta, lineare, in bilico tra il Novecento italiano e il Razionalismo internazionale.  Eppure qualcosa in comune c’è: anche in questo caso, gli edifici sono 2. Il primo è basso, squadrato, bianchissimo –la casa-, l’altro è alto, arrotondato e rivestito in mattoni rossi –la torre-. Qui però non c’è separazione, anzi, sono due forme accorpate a crearne una, due anime agganciate l’una all’altra, che si giustificano a vicenda nel contrasto tra verticale e orizzontale. In comune con i grattacieli di Borgato c’è anche la capacità di dare forma a un angolo di città non facilissimo da plasmare, proprio nel punto di intersezione tra gli scomparsi bastioni spagnoli, il grande parco di P.ta Venezia e il già allora trafficato C.so Buenos Aires.

La Casa Torre Rasini è ai Bastioni di Porta Venezia 1

Casa Torre Rasini. Arch. Gio Ponti e Emilio Lancia, 1931-32
Casa Torre Rasini vista dal parco

1935-37 – Torre Snia Viscosa: ambizione verticale

‘Torre’ è anche la nostra terza protagonista, che per lungo tempo è stata anche: il ‘rubanuvole’ milanese. Qui niente dubbi, si tratta di un vero e proprio grattacielo. È la Torre Snia Viscosa, disegnata per la società omonima dall’architetto Alessandro Rimini. È pronta nel 1937. Posizione centralissima nella allora ‘nuova’ piazza S. Babila, e un’eleganza sobria ma schietta. Anche qui una doppia anima che si curva e si estende per disegnare la linea del C.so Matteotti, mentre solo una parte prende slancio verticale fino a raggiungere i 60 metri di altezza, suddivisi su 15 piani. Sessanta metri ancora non vi impressionano? Sembrerebbe che il nostro tour di Milano a piedi con il naso all’insù non prenda slancio, ma considerate che, mentre in America i grattacieli già facevano a gara per superarsi in altezza, in Europa la concorrenza era ben poca. E in ogni caso, fino agli anni ’50, se non milanese, il primato è comunque italiano e lo detiene la Torre Piacentini a Genova, inaugurata nel 1940: con i suoi 108 metri, è lei la più alta d’Europa!

La Torre Snia Viscosa è in Corso Matteotti 11

Torre Snia Viscosa. Arch. Alessandro Rimini, 1935-37

1950-55 – Torre Breda: riprendiamoci il primato

Ma Milano sa cos’è una sana competizione e nel 1950-55, riprende la sua ascesa con la Torre Breda, disegnata dai fratelli Soncini. Il primato di Genova è archiviato! Non solo la nuova torre supera i 100 metri –ne conta ben 116!- ma incarna pienamente lo spirito di rinascita della Milano post bellica. Per dimostrare tutto il suo carisma, anziché uno scheletro in acciaio, come ci ha insegnato l’America, è costruita in calcestruzzo armato: la verticalità è possibile anche così! E poi, è un vero concentrato di modernità e comfort: tritarifiuti in cucina, vasche da bagno in ghisa riscaldate e 10 ascensori velocissimi.

Spetta alla Torre Breda anche un altro primato tutto milanese: è la prima ad avere l’ardire di superare in altezza la mitica Madonnina posta sulla guglia centrale del Duomo (ebbene sì, avete letto bene, questo primato non è del Grattacielo Pirelli ma della Torre Breda!).
Certo, mentre noi raggiungiamo i 116 metri, Mosca sta costruendo le ‘Sette Sorelle’, i grattacieli di Stalin. Altissimi, celebrativi, in aperta competizione con gli USA! Insomma, nel 1953 la nuova sede dell’Università Moscovita tocca i 240 metri di altezza, più del doppio della nostra Torre Breda! Ma non lasciamoci scoraggiare e procediamo.

La Torre Breda è in Piazza della Repubblica, angolo Via Vittor Pisani

Torre Breda. Arch. Eugenio e Ermenegildo Soncini, 1950-55

1953-56 – Torre al parco: il lusso di vivere in alto

Se l’architettura moscovita è un inno al governo sovietico ed è concentrata sugli edifici a funzione pubblica, beh, anche a Milano sappiamo concordare verticalità e prestigio, lo facciamo però a pro della borghesia: la Torre al parco è un vero manifesto dei lussi della vita borghese! Eleganti appartamenti di 6 e 9 locali ciascuno, affacciati sul parco Sempione. Una vera celebrazione del savoir-vivre milanese. La posizione, proprio al limite della chicchissima via XX Settembre, ne conferma le intenzioni. Venti piani con grandi balconi a loggia e verande e un tetto con terrazzo condominiale… in quota! A disegnarla sono Vico Magistretti e Franco Longoni nel 1953.

La Torre al Parco è in via Revere 2/4

Torre al Parco. Arch. Vico Magistretti e Franco Longoni, 1953

1955-57 – Torre Velasca: l’antidoto al cliché del grattacielo

Nel nostro tour di Milano a piedi in verticale -ma forse è meglio munirsi di bicicletta!- un posto a sé, merita la Torre Velasca. La disegna Ernesto Nathan Rogers con il suo mitico studio BBPR nel 1955-57. Nessun grattacielo milanese resta impresso come lei, nessuno stimola la discussione quanto questa strana, altissima presenza nel cuore della città. Che dire, la Torre Velasca è tante cose, certamente è un simbolo del boom economico del dopoguerra, quando si pensava che avremmo potuto davvero fare tutto, e poi è la testimonianza che l’architettura a Milano non è solo funzionalismo… c’è anche il brutalismo (!). Per di più, riesce a stabilire un rapporto tutto speciale con il territorio: avete notato che quella parte terminale aggettante e il colore, un po’ pallido, ma simile al cotto, ricordano la Torre del Filarete all’ingresso del Castello Sforzesco? In effetti, e in molti modi, è la conferma che Milano dimostra il suo pensiero autonomo anche nella dimensione del grattacielo: abbasso i cliché, evviva la Torre Velasca!

La Torre Velasca è in Piazza Velasca 3/5

Torre Velasca. Arch. Ernesto Nathan Rogers – Studio BBPR, 1955-57

1956-1960 – Grattacielo Pirelli vs Torre Velasca!

E non c’è Torre Velasca senza il suo Pirellone! Sì, perché il confronto è d’obbligo: due grattacieli quasi coetanei per nascita e così radicalmente diversi nell’anima non possono che alimentare un eterno confronto e testimoniare la natura complessa e poliedrica di Milano. Nato per la Pirelli nel 1956 e pronto nel 1960, il ‘Pirellone’, a Milano si chiama così!, passa a sede della Regione Lombardia nel 1972. È l’opera più ambiziosa di Gio Ponti, che lo disegna con un gruppo di geniali esperti, tra cui l’ingegnere Pier Luigi Nervi. Misura 127 metri d’altezza ed è, allora come oggi, la bandiera del razionalismo milanese. Slanciato e sottile, svetta accanto alla Stazione Centrale e, fino al 2010, è stato il più alto grattacielo della città.

Il Grattacielo Pirelli è in Piazza Duca d’Aosta, accesso in via Fabio Filzi 22

Grattacielo Pirelli. Arch. Gio Ponti, 1956-60

Milano verticale oggi e domani

Il Pirellone è un’icona che ha superato egregiamente la prova del tempo, ma dopo di lui, dopo anni di anni di ‘ascesa architettonica’, Milano si dimentica per un po’ dell’architettura verticale. Londra prende il sopravvento negli anni ’60, poi è la volta di Rotterdam e più tardi di Francoforte dove, negli anni ’90, la verticalità si coniuga con le ragioni dell’ecologia.
…ma Milano è tornata! I nuovi grattacieli non smettono di modificare lo skyline della città, sempre più spettacolari. Porta Nuova e City Life sono stati l’inizio di una nuova vertiginosa stagione verticale, ma questa è un’altra storia, il nostro tour di Milano a piedi (o quasi) col naso all’insù, si ferma qui. D’altronde non c’è contemporaneità senza storia e la storia dei grattacieli a Milano merita un po’ di tempo libero da dedicare alla sua scoperta. Se invece preferite essere accompagnati, seguiteci nei nostri tour di Milano a piedi dedicati all’architettura!